Ammesso ed appurato che le cose non vanno mai come previsto, ciò non mi assolve dal fatto che ho letteralmente abbandonato la scrittura di questo blog.
L’esperienza che intendevo descrivere – riportando sul web dettagli, postando fotografie, etc…- in maniera più o meno oggettiva e puntuale, si è rivelata impossibile da trattare da un punto di vista così “scientifico”.
Il fatto che mi sia lanciata in una sorta di “ricerca antropologica”, convinta di essere invulnerabile dal lato umano, è stato un grave errore di valutazione.
La realtà è pura e semplice: ad un certo punto ci si accorge che non è più possibile limitarsi ad osservare la vita come se fosse un esperimento, prendendo qualche appunto e facendo ipotesi senza mai confutarle.
Arriva un momento in cui una certa dose si empirismo è necessaria, occorre agire, fare i conti con l’esperienza.
Perdonatemi la sfilza di cliché che vi sto sciorinando, vi assicuro che banalizzare è l’ultima delle mie intenzioni.
Vi confesso che in questi sei splendidi (e altamente rivelatori) mesi ho preferito vivere – piuttosto che descrivere;
Quindi, per coloro che si aspettavano un racconto minuto per minuto stile Twitter – beh ragazzi, mi dispiace – spero che possiate trovare comunque interessante (anche se forse un po’ confuso e frammentario) tutto ciò che da ora in poi apparirà su questo blog.
Non temete, il tema Bruxelles non si esaurisce certo qui!
Tutto ciò che è accaduto ha lasciato in me una traccia, a livelli differenti di profondità, ed ora che sono tornata nella mia Bologna, vedremo cosa nascerà da questo connubio/conflitto interiore tra le due città della mia vita.